Italia: Ogni Anno Sfuggono al Recupero 8 Miliardi di Bottiglie di Plastica
La Soluzione del DRS e il Ruolo Cruciale degli Ecocompattatori

In Italia, 8 miliardi di bottiglie di plastica sfuggono ogni anno alla raccolta e al riciclo. Una cifra che ha riportato all'attenzione il Deposit Return System (DRS), un sistema già adottato con successo in altri paesi europei, che potrebbe contribuire a ridurre sensibilmente i rifiuti plastici e migliorare i tassi di riciclo. Questo tema è stato discusso in un importante convegno svoltosi lo scorso ottobre presso la Camera dei Deputati, promosso dall’ex ministro dell’Ambiente e attuale vicepresidente della Camera, Sergio Costa. Durante l'incontro, esperti del settore e rappresentanti istituzionali hanno evidenziato il potenziale del DRS e il ruolo indispensabile degli ecocompattatori per una gestione efficiente dei rifiuti.

Sergio Costa: Un Sistema Necessario per l’Economia Circolare

Aprendo il convegno, Sergio Costa ha sottolineato come il DRS sia ormai una necessità per l'Italia e un pilastro fondamentale per la transizione ecologica. In Europa, questo sistema ha già permesso a molti paesi di superare il 90% di tasso di riciclo per i contenitori di bevande, un traguardo che in Italia potrebbe avere impatti significativi, riducendo i costi di gestione per i Comuni, abbattendo la Plastic Tax, e tagliando le emissioni di CO₂ legate alla produzione e al trasporto dei rifiuti.

Enzo Favoino: Il Deposito Cauzionale come Standard Europeo

Enzo Favoino, responsabile scientifico della campagna “A Buon Rendere,” ha spiegato come il DRS sia ormai uno standard europeo e l'unico sistema in grado di intercettare volumi significativi di imballaggi per bevande. “Il DRS – ha affermato – è supportato da grandi network europei di produttori di bevande e associazioni come l’UNESDA e Assobibe”. Tra i benefici del DRS, Favoino ha evidenziato un aumento dei tassi di raccolta e riciclo, la disponibilità di materiali per un riciclo “closed-loop”, e una riduzione dei costi per le Amministrazioni Locali e dei danni ambientali legati al littering. Ha inoltre spiegato come il riciclo attuale di plastica e alluminio venga spesso destinato a settori come il tessile o l’automotive (downcycling), mentre con un DRS si potrebbe recuperare materiale di qualità più elevata.

Il Ruolo Cruciale degli Ecocompattatori nel DRS

Gli ecocompattatori rappresentano un elemento fondamentale nel DRS, poiché permettono una raccolta automatizzata dei contenitori, riducendo il volume dei rifiuti e facilitando il riciclo. Lo studio “Sistema di deposito cauzionale: quali vantaggi per l’Italia ed il riciclo” ha stimato che l’Italia necessiterebbe di circa 25.000 ecocompattatori, una cifra ben inferiore alle 100.000 unità originariamente ipotizzate. Coripet, che gestisce attualmente circa 1500 ecocompattatori in Italia, ha dichiarato che, nonostante il valore di questi dispositivi per il recupero dei materiali, il loro numero attuale è insufficiente per raggiungere l’obiettivo del 90% di intercettazione per le bottiglie in PET.

Secondo Giovanni Albetti di Coripet, “gli ecocompattatori permettono di recuperare materiali di alta qualità, necessari per un ciclo di riciclo chiuso (bottle to bottle). Tuttavia, senza un sistema DRS, gli ecocompattatori non possono fare abbastanza per garantire il recupero di tutte le bottiglie consumate on the go.”

Sfide e Costi del DRS in Italia

Uno dei punti centrali del dibattito è stato il costo di implementazione del DRS. Negli ultimi due anni, CONAI ha finanziato studi sui costi, ipotizzando inizialmente un costo esagerato per l’infrastruttura (fino a 1 miliardo di euro). Tuttavia, analisi più recenti suggeriscono che l’infrastruttura digitale necessaria per gestire il sistema avrebbe un costo contenuto attorno ai 5 milioni di euro. Laura D’Aprile del Ministero dell’Ambiente ha auspicato un confronto aperto tra vari studi per trovare una soluzione sostenibile. Anche Veronica Nicotra dell’ANCI ha sottolineato le difficoltà legate alla carenza di infrastrutture nelle regioni del centro e sud Italia, un problema che potrebbe essere risolto entro il 2026 grazie ai fondi del PNRR.

Proposte e Sperimentazioni per il Futuro

Per superare queste sfide, è stata proposta una sperimentazione del DRS in tre aree rappresentative del Nord, Centro e Sud Italia. D’Aprile ha suggerito che questa fase pilota, supportata da una valutazione LCA (Life Cycle Assessment), potrebbe essere il primo passo verso l’implementazione nazionale del sistema. In modo simile, la Spagna ha pianificato il DRS per il 2026, con l’obiettivo di migliorare il tasso di raccolta di PET che attualmente si attesta solo al 36%.

David Dabiankov Lorini di Assobibe ha commentato che, pur essendo importante osservare i modelli esteri, è essenziale adattare il sistema DRS alle esigenze italiane. Ha inoltre evidenziato la difficoltà dei produttori di bevande di accedere a PET post-consumo di alta qualità, materiale spesso acquistato da aziende straniere.

Verso una Gestione Sostenibile dei Rifiuti in Italia

L’introduzione di un DRS con un ampio supporto di ecocompattatori potrebbe migliorare significativamente i tassi di raccolta e riciclo, riducendo il littering e i costi per le amministrazioni locali. Tuttavia, una corretta implementazione richiede la risoluzione delle attuali sfide infrastrutturali e la costruzione di un sistema sostenibile, come sottolineato nel convegno.

Per ulteriori dettagli, consultare l’articolo completo su Diario Romano.


dans Article
Régulation des Plastiques à Usage Unique en France : Un Parcours Semé d’Embûches
La Lutte Contre les Plastiques à Usage Unique : La France Est-elle Vraiment en Avance?